Il 9 Novembre del 1989
cade il muro di Berlino. Nello stesso giorno del 2016 viene eletto Presidente
degli Stati uniti Donald Trump, un uomo che promette di costruirne un altro. Non
parlo del muro che il nuovo Presidente vorrebbe erigere ai confini con il
Messico, per impedire che altri “illegali” raggiungano l’America. No, perché
quello, almeno spero, rimarrà una scellerata promessa impossibile da realizzare.
Parlo del muro che Trump vuole far costruire attorno al suo campo da Golf sulle
coste occidentali dell’Irlanda, per proteggerlo dall’eventuale innalzamento del
livello del mare.
E qui siamo in medias
res. Non è necessario che Trump realizzi tutte le nefandezze e corbellerie che
ha promesso in campagna elettorale (e quelle che ci fa intuire) per rivelarsi
un vero e proprio disastro, non solo per l’America ma per l’intero pianeta.
Basta che mantenga
parola su un singolo tema: l’ambiente.
Trump ha già sostenuto
che il riscaldamento globale è "una bufala inventata dai cinesi per minare
la competitività dell'industria americana".
In base a questa sua
convinzione, ha minacciato la cancellazione degli impegni presi sul clima nella
conferenza di Parigi.
Il documento ratificato
dovrebbe scongiurare che gli USA possano defilarsi subito dagli accordi sanciti,
ma niente impedisce al Presidente di perseguire una politica che di fatto lo
faccia. In campagna elettorale ha già promesso di voler sostenere l’industria
del carbone e quella dell’estrazione di gas e petrolio, inoltre di abolire gli
incentivi all’economia verde.
Ricordo che gli accordi
presi, servono a limitare l’innalzamento del clima a due gradi.
E questo
significa già, veder sparire molte delle nostre coste, New York e molte altri
litorali e località. Se gli USA si defilano dall’accordo, magari invogliando
altri Paesi a seguirne l’esempio, significherebbe filare dritti dritti incontro
alla catastrofe climatica, che non potrebbe che essere anche un cataclisma
politico e sociale. Quando le nostre terre verranno invase dal mare, non ci
sarà muro che tenga. Molti diranno “Eh, ma questo non accadrà subito”. Ma
purtroppo accadrà, questo è certo ed irreversibile.
Disconoscere gli
accordi sarebbe procedere letteralmente secondo il detto: “Dopo di me il
diluvio”.
Invece di costruirli, i
muri dovremmo abbatterli. Soprattutto quelli mentali.
Maria
Letizia Del Zompo
P.S. Su Trump ed il
voto, ci sarebbe da dire ancora molto … stoffa per altre riflessioni.
Aggiornamento: le prime mosse di Trump sembrano andare nella direzione temuta.
http://www.nationalgeographic.it/ambiente/2016/11/10/news/trump_ambiente_transizione-3306321/?ref=fbpr&refresh_ce
Aggiornamento: le prime mosse di Trump sembrano andare nella direzione temuta.
http://www.nationalgeographic.it/ambiente/2016/11/10/news/trump_ambiente_transizione-3306321/?ref=fbpr&refresh_ce
1 commento:
Le prime mosse di Trump vanno nella direzione temuta.
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