Piango per la mia terra
perché ho ancora lacrime per piangere.
Non ho perso casa, né lavoro, né persone a me care.
Qui sul mare
ancora
è tregua.
Eppure piango
comunque
perché in queste terre, tra le sue colline
sui quei versanti ora squarciati
tra quelle mura
che son venute giù sollevando polvere e grida
è cresciuta la mia anima
si è nutrita dei sapori, dei colori di quelle terre
della consistenza delle sue pietre
delle sue ombre e frescure
delle preghiere intonate tra le sue mura.
Ricordi come presenze
ore e giorni trascorsi
nei borghi
e tra le rocche
nei boschi e nelle vallate incastonate tra i monti
i fiori selvatici sui cigli delle strade.
Piango per chi è troppo sgomento
per piangere
e piango per chi le lacrime
le ha già consumate.
Maria Letizia Del Zompo
2 commenti:
Ho provato la stessa cosa con il Friuli dove ho passato le estati della mia prima parte di vita. Non avevo notizie dei miei cari e sembrava un incubo senza fine. La tua gente me li ricorda un po'! Non si faranno mettere a terra e si riprenderanno la loro vita, anche per chi non c'è più
Lo spero vivamente, Clementina! È gente che sopporta con dignità il dolore, laboriosa, ancorata al proprio territorio. Speriamo che non ci siano più scosse gravi, lo sciame sismico è continuo, i nervi sono scissi. Speriamo che si possa presto ricominciare a costruire.
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