Le ho viste insieme sulla sponda del fiume
occhi negli occhi
per non smettere mai più di
riconoscersi.
Lei, quella che ama le cose semplici
il pane fresco e il profumo dei limoni
che ha bisogno di silenzi
di intensità che entrano nel cuore lentamente
ramificando in ogni lembo d’anima
così profonde e quiete da fare invidia agli angeli.
L’altra, quella che scalcia e si dimena
e muore ogni giorno nella fragranza dei fiori
nel rosso dei tramonti
nell’ebbrezza delle albe.
L’altra che è follia e brama
e si arrampica per ogni dove
fugge, grida, martella
che tutto smembra e ricompone
e si sbatte contro lo scoglio
come fosse sempre un mare in tempesta.
Lei che culla e canta nenie
e se piange lo fa in silenzio.
Lei che sussurra:
“mi farò unguento per le tue ferite
e lembo di terra per colmare la distanza che ci divide”.
L’altra che grida:
“schiantami, divorami, saccheggiami
come fossi terra di conquista
fammi vuota e vergine
perché possa accogliere un nuovo cielo”.
Lei che è solo carezza e sorriso
un palmo di mano in cui si adagia il mondo
un tenero aggomitolarsi tra le braccia.
L’altra che è sudore, pelle e sensi
ritmo e spasmo
uno slancio oltre il confine
un salto nel vuoto alla ricerca d’ali.
Le ho sentite dirsi
lei e l’altra
mano nella mano:
“Convivere con te è un tormento
ma vivere senza di te un inferno.
E se mi guardo nel fondo dei tuoi occhi
m'accorgo di esser bella”.
Testo
di
Maria Letizia Del Zompo
2 commenti:
Che bello leggerti ancora!
Grazie 💖
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