Foto dal web
Molti
negano che l’amore e la felicità siano esperienze probabili,
addirittura
che esistano.
Ritengono
che siano solo chimere,
utopie atte
più a far star male
che ad
arricchire la vita delle persone,
prendendo
loro l’opportunità di imparare
ad
arrangiarsi con il possibile.
L’errore, a
parer mio,
in cui
cadono coloro che negano l’amore e la felicità,
risiede nel
pensare che essi siano un eterno banchetto domenicale,
possibilmente
preparato dagli altri per noi.
Ma l’amore
e la felicità
sono passi
di danza
e spetta a
noi muoverli.
Ogni giorno
si inciampa,
ci si
rialza, si sorride, si piange.
Non esistono
se non si comprende
che sono un
flusso,
un
movimento verso l’altro e verso noi stessi,
l’espletamento
di ciò che siamo
per poter
riconoscere l’altro in noi.
Solo così
comprenderemo che i nostri sogni,
le nostre
paure, il nostro amore,
sono anche
i sogni, le paure, l’amore dell’altro.
E tutte le
volte che feriremo l’altro,
feriremo
noi stessi.
Tutte le
volte che negheremo qualcosa all’altro,
lo
negheremo a noi stessi.
Niente è
diverso da noi e tutti siamo unici.
La vita è
un’onda.
In alcuni
momenti saremo sulla cresta, altri nella cuna.
A volte ci
aggiungeremo ad altre onde
e ci
eleveremo oltre la somma di noi.
Altre volte
scivoleremo.
Ma se
rimaniamo nel flusso,
il ventre
dell’onda ci porterà ad un’altra cresta
e così
cavalcheremo il mare della vita.
L’amore e
la felicità stanno nel flusso,
nel darsi
al cambiamento,
nel
comprendere che ciò che vogliamo arrestare
si
svuoterà, ci perirà tra le dita,
come la
bellezza di un fiore reciso.
Se
continueremo a voler intrappolare il flusso,
a voler
definire l’amore e la felicità
piuttosto
che farne esperienze in cammino,
abiteremo
sempre case vuote.
Testo: Maria Letizia Del Zompo
pubblicato come Twitt @labelmondo
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