domenica 11 dicembre 2016

Post Referendum: hanno perso tutti e forse nessuno lo sa … ma non è un destino.





Nel post Referendum hanno perso tutte le forze politiche e, se continuerà così, rischia di perdere l’intero Paese. E spero che molti lo sappiano.
La sconfitta non risiede nella mancata approvazione di una Riforma Costituzionale che poteva rappresentare una semplificazione del sistema a vantaggio di tutti (rimango di questa opinione, forse a torto, ma tant’è). Non è questo il punto.
Hanno e rischiamo di perdere noi tutti perché il messaggio del voto, per il momento, sembra rimanere nella sostanza inascoltato.

Qual è stato il messaggio del voto? 
Penso si possa convergere su tre punti fondamentali, secondo me nel seguente ordine:

1) C’è una maggioritaria fetta del Paese che non ce la fa più (prevalentemente giovani e giovani famiglie), che non si riconosce nel racconto ottimistico del nostro ormai ex Premier e che vorrebbe vedere finalmente risolti i propri problemi;

2) Gli italiani sono refrattari a modifiche “consistenti” della Costituzione e non accettano che si facciano a colpi di maggioranza. La Carta Costituzionale è di tutti e le regole si scrivono insieme;

3) Il popolo italiano non è per nulla disaffezionato alla Cosa Pubblica ed esprime una volontà di partecipazione.

Se questo è stato il messaggio del voto, non mi sembra che molti si siano veramente soffermati sul merito della questione.
Molti di coloro che si ritengono vincitori gridano solo “al voto al voto” (sperando probabilmente che nessuno gli dia ascolto). I perdenti, in cuor loro, non si ritengono tali perché  ritengono 13 milioni di voti un bottino elettorale, da ascrivere quasi interamente all’ex Premier, e dal quale poter ripartire.

Quindi il primo sconfitto, a parer mio, è il popolo italiano che, almeno per il momento, continua a rimanere inascoltato, poiché ancora nessuno sembra voler rispondere alle domande che implicitamente sono state poste: come vanno  risolti la questione giovanile, la mancanza di occupazione, la povertà, il problema dell’immigrazione, la corruzione, per citare solo alcuni dei gravi problemi che ci affliggono e rimangono tutt’ora senza risposta.

Tutti sembrano voler approfittare politicamente del risultato del voto, proponendo però poco o nulla.
Il Movimento 5 Stelle trova improvvisamente attraente una legge elettorale che riteneva un attentato alla democrazia (se pur modificata) e vuole andare subito al voto; Berlusconi, redivivo, sembra ritenersi estraneo al disastro del Paese così come tutta la sua parte politica, e non si sa bene cosa proponga; il Pd è impantanato in diatribe interne, con un premier dimissionario ma ancora Segretario del partito, ed un minoranza variegata che non sa decidersi su cosa vuole fare da grande.

Nell’orgia di una miopia generale a destra, sinistra e manca, tutti all’arrembaggio del potere, nessuno sembra osare uno sguardo serio su ciò che mette da tanto tempo in ginocchio il Paese e che richiede urgenti risposte.
Si può obiettare che siamo solo agli inizi di un percorso che ci porterà, speriamo entro l’estate, al voto e quindi al confronto progettuale tra forze politiche in campo. Ma i segnali non sono confortanti.

Quindi auspico che tutti acuiscano lo sguardo e la mente, facciano un bagno di umiltà e ripartano dai bisogni reali della nostra bellissima, strampalata e speriamo non ingovernabile Italia.
Un’utopia? Forse, ma la sconfitta non è un destino. Possiamo ripartire ma per farlo dobbiamo lasciare da parte, noi tutti, le faziosità che ci annebbiano lo sguardo, le tifoserie che ci portano alla delegittimazione reciproca e trasformano la politica e l'intero Paese in un perenne e inconcludente campo di lotta.

Siamo tutti dalla stessa parte e nessuno si senta escluso.


Articolo di
Maria Letizia Del Zompo 




Link di approfondimento:

La solitudine dei giovani elettori: ecco perché hanno votato No.
http://bit.ly/2grgpK7

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